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     Giunse nel negro Tartaro il tremendo
     Squasso, e dell’orme il fragoroso tuono,
     Dell’avventarsi e dei gagliardi colpi;
     Tal dei lanciati teli il fischio e il rombo.
     Il gridar d’ambe parti il cielo attinse
     Ch’alto gridando ei combattean. Non tenne
     Più Giove il suo furor: le ire raduna
     Intorno al core, e il suo poter dispiega.
     Dall’Olimpo e dal ciel continuo ei vola
     Distesamente folgorando. Ratti
     Dalla destra regale insiem col tuono
     E col baleno volano gli strali,
     Divina fiamma travolvendo, a mille.
     E l’alma terra intorno arsa ne geme,
     E l’ampia selva stridere già senti
     Dal fuoco avvolta, e il suolo, e le correnti
     Ribollon d’Oceáno e il vasto ponto.
     Infiammato vapore intorno cinge
     I terrestri Titani, e sconfinata
     Vampa sino al divino Etere s’erge.
     Il coruscar di fulmini e di lampi

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