Quindi ascose nel vello adipi e carni,
Su vi ponendo gl’intestini a vista;
Quindi l’ossa spolpate, accortamente
Disposte e ascose dalla bianca sugna.
Ma degli Eterni e dei mortali il padre
Allor così gli favellò: – «Giapezio,
Di tutti i prenci il più famoso, o caro,
Deh come parzïal festi le parti!»
Sogghignando così favellò Giove
D’infallibil consiglio. E a lui l’astuto
Prometeo, dolce sorridendo e intento
A compiere l’inganno: «O degli Eterni,
Rispose, il primo e glorïoso nume,
Scegli qual più fa pago il tuo desio.»
E ben fingendo il disse. Ma la frode
Vide di Giove l’infallibilmente,
E in suo segreto meditò gli affanni,
Ch’esso ai mortali manderebbe in pena.
Strappò con ambe man la bianca sugna,
E, vedute del bue l’ossa spolpate
Con inganno disposte, arse di sdegno,
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