Mortale questa ed immortali quelle,
E scevre di vecchiezza. — Il re dell’ombre
Mischiossi con Medusa in molle prato,
Sopra fiorite zolle; e quando Perseo
Spiccolle il capo, il gran Crisaoro nacque
E il Pegaso caval; Pegaso detto,
Poichè nasceva d’Oceáno ai fonti,
E l’altro Crisäòr, poichè nel pugno
Stringeva un aureo brando. A vol levossi
Il Pegaso caval, l’altrice terra
Abbandonando, e fra gli Eterni andonne.
Appo il sagace Giove egli soggiorna
Ministro portator di tuoni e lampi.
Con Calliróe dell’inclito Oceáno
Figlia si giacque Crisäóro, e n’ebbe
Gerïone tricipite, cui spense
Presso il furato armento Ercole invitto
Nell’ondosa Eritia, quel dì, che il guado
Varcato del gran fiume, e spenti all’ombra
Delle mandrie i pastori Euritio ed Orto,
Nella sacra Tirinto ei si menava
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