Di su gli omeri ognuno, orrida vista!
Cento braccia scotea, cinquanta teste
Spuntavan fuor dagli omeri ad ognuno
Su membra noderose immensa, invitta
Lor forza in corpo immane, i più tremendi
Di quanti a Uran ne partorì la Terra.
Onde sino dal primo ebbeli in odio
Il padre, e a mano a man che ognun nascea
Ei li cacciava della terra in fondo,
Loro togliendo il riveder la luce,
E di tale opra ria prendea diletto.
Ma forte doglia ne sentì la Terra,
E a truce frodolenta arte appigliossi.
Del crëato da lei lucido ferro
Fe’ tosto una gran falce, e ai figli suoi
Ardita favellò col cruccio in core
«Miei figli, e figli d’un perverso padre,
Se volete ubbidirmi, a noi fia dato
Del padre vostro vendicar gli oltraggi
Ch’egli fu primo a farsi iniquo.» — Disse;
E tutti strinse un gel, nè feano motto.
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