L’augusta prole degli Dei, la prima
Del vasto Cielo e della Terra, e quanti
Nacquer di loro donator di beni
Poscia dei numi e dei mortali il padre,
E con lui dan principio e fine al canto,
Com’ei fra i numi di possanza è il primo.
Cantano indi molcendo a Giove il core
L’umana ed aspra gigantéa progenie
Le Olimpie Muse dell’Egioco figlie;
Esse che ai mali oblio, posa alle cure,
In Pieria partorì la Dea dell’alma
Eleutera Mnemosine, commista
Col sommo Nume. Nove notti asceso
Il sacro letto, ed agli Dei furtivo,
Con lei si giacque il sapïente Giove,
Or quando l’anno si compia col giro
Delle stagioni e delle lune, e il giorno
Era maturo, partorì la Diva
Nove figliuole pari d’alma, intente
Al canto, e piene il sen d’alacri spirti,
Poco lontano dall’aëria vetta
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