Cantar sappiamo, e a nostra posta il vero.»
Del gran Giove così disser le figlie
Dive del canto, e cogliere mi diero
Di lauro verdeggiante un ramo insigne
Per scettro,2 e m’inspirâr divina voce,
Perchè il passato e l’avvenir cantassi.
E vollero dei numi alla immortale
Prole inneggiassi, e d’ogni canto ad esse
Sacro fosse il principio e il fine ognora...
Ma chè a profani arcane cose io svelo?3
Cominci adunque dalle Muse il canto,
O Esïodo, da lor, che al padre Giove
Fan lieta la gran mente entro l’Olimpo
Colle armoniche note, i dì che furo
Cantando, e i dì che sono e che saranno.
E l’onda d’armonia libera sgorga
Loro dal labbro, e la magion del padre
Giove tonante esulta alle diffuse
Dolci melodi, e del nevoso Olimpo
La balza echeggia e la magion dei numi.
Colla voce immortal cantano pria
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