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     E negli anni fiorenti il fa canuto.
Dei santi numi la presenza ognora
     Rispetta: non far pari il tuo fratello
     All’amico; se il fai, bada che primo
     Tu non gli rechi offesa, nè ingannarlo
     Pure per celia. Che se primo ei fosse
     A farti offesa e ad ingannarti, allora
     Ten paghi doppio il fio. Pur se richiegga
     L’amistà tua di nuovo, e i torti emendi,
     Tu buon lo accogli. D’un pitocco è proprio
     Il farsi amico or questo, or quel; ma il tuo
     Volto sia sempre in armonia col core.
     Non dare ospizio a molti, e non negarlo
     A tutti; non ti far compagno ai tristi,
     Nè dar briga ai dabbene. Al poverello
     Di rinfacciar non ti patisca il core
     La squallida indigenza che lo rode:
     Ch’essa vien pur dai numi. È un gran tesoro
     Per l’uom la parca lingua; è immenso pregio
     Nel modesto parlar:24 se mal tu parli,
     Di peggio udrai. Non essere ritroso

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