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     Veglianti sulle giuste opre e malvage,
     Nell’invisibil aer presenti ovunque.
     V’è di Giove la vergine figliuola,
     Dice, agli Olimpii numi augusta e sacra.
     Or quando nequitoso alcun la oltraggia,
     Ella dei genitor s’asside al fianco,
     E gli spone del reo l’opre perverse,
     Perchè il popolo sconti il fio dovuto
     Al delitto dei re, pravi di mente,
     Nel ministerio di giustizia iniqui.
     Regi di doni ingoiatori a questo
     Pensate, e il vostro giudicar sia retto,
     E abborite ogn’intrigo. In sè medesmo
     Ritorce il danno chi l’ordisce altrui;
     Pravo disegno esizïoso torna
     A chi lo machinò. L’occhio di Giove,
     Che tutto scorge e sa, vede pur queste
     Opre malvage, nè le oblia, se vuole;
     Vede quale giustizia in seno alberghi
     Questa città. Non io, non il mio figlio
     Esser giusto potria solo fra tutti,

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