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     Fu detta degli umani inferi genii,
     Men buoni dei terrestri, e nondimeno
     Lieti ahch’essi d’onori — Il padre Giove
     Fece quindi la terza età di rame,
     Dall’argentea diversa, orrida d’armi,
     Di Marte intenta ai duri rischi e all’onte
     Schiva dei frutti della terra, il fero
     Petto avea d’adamante. Età tremenda!
     Di gran forza era ognuno: immani braccia
     In granati lacerti ognun scotea
     Di rame l’armi, le magion di rame,
     Di rame ogni opra fean: chè il terso ferro
     Non era ancor. Dal proprio braccio domi
     Ei piombaro nel crudo Orco profondo
     Inonorati, ed abbenchè sì truci
     Li attinse il nero fato; e alla corusca
     Lampa del sol li tolse — Or quando questa
     Età l’abisso sepellì, la quarta
     Diede il nume Cronide all’alma terra,
     Miglior, più giusta degli eroi la diva
     Stirpe, che Semidei per ogni piaggia

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