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XXXVIII.
Ma in tutto ciò parrà al lettore di vedere la solita arte dei traduttori di rendere interessante il proprio lavoro. Sarebbe questa un’ambizione legittima in chi faticò parecchi anni a interpretare la mente d’un suo autore favorito; si dice, che un oggetto diventa più caro in ragione delle fatiche che costa. Ma si pensi, che tale ambizione non è senza rischio. Io non potrei rispondere ciò che rispondeva un cotale ad uno, che gli rimproverava d’aver tradotto un brano originale in brutti versi: «Io sono un traduttore fedele, rispose calmo, io co’ miei versi volli ritrarre anche ciò che v’ha di brutto nei versi del mio autore.»
Non posso por fine a questo discorso senza adempiere pubblicamente a un debito di giustizia e riconoscenza. Io ringrazio dei conforti,