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68 rivo fra pietre




Penso all’ignota donna che s’appiatta
or, nel fascio di nervi agile al balzo,
e nella grazia del tuo piede scalzo
12se t’aggiri con mosse di cerbiatta;


e nel rapido battere di ciglia
che vela e svela.... — Ah, basta. — Ah, ch’io non so
chi sii, se pur ti feci, se pur t’ho
16nelle viscere ancor compressa, o figlia!...


Ma che tu sii da me diversa, è giusto.
Per questa tua diversità, t’ammiro.
Se il mio commisi al fresco tuo respiro,
20s’io m’innestai nel tronco tuo robusto,


fu per passar con più perfetta forma
in coscienza, in gaudio, in giovinezza
nuova: inutili son forza e bellezza
24se potenza d’amor non lo trasforma.