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58 rivo fra pietre




stupefatta io ti guardo, e mi domando
chi sei: nè più ricordo il mio supplizio
nel procrearti, e il lungo sacrifizio
12de’ miei begli anni, in te sola vibrando.


Nulla ricordo. Ora potrei nel gorgo
sparire: nulla più t’è necessario
da me: nel getto pieno e statuario
16del tuo fiorire il tuo destino io scorgo.


Ah, potess’io pensar che da una scorza
d’albero, gaia boschereccia ninfa,
balzata fossi, e avessi in te la linfa
20di quel tronco, e la sua virginea forza!...


Balzata fossi dagli oceani immensi,
vestita d’alghe, satura di sale!...
Ma il peccato d’origine, il mortale
24peso del sangue incarcera i tuoi sensi.