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38 solitudini




Vive di sè, della tenace polla
che, dal concavo sasso in sue perenni
forze fluendo, il sonno dei millenni
12rompe con qualche pullular di bolla.


Più non ricorda che una bocca umana
di lei godette, in lei languì, rinacque
dal refrigerio limpido dell’acque
16quale un bel frutto rosso. — Oh, gioia vana


ormai, sgorgar da chiara tazza agli avidi
aperti labbri, all’arse fauci, ai vivi
moti del cuore, in schietti sorsi, in rivi
20di freschezza, in rigurgiti soavi!...


Sol ritrova sua vita e sua fortuna
se, cinta d’astri come d’una rete
di gemme, il volto pallido per sete
24specchi entro il pozzo, alta nel ciel, la luna.