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Liberazione 227




Libera me da me, nell’oceanico
tumulto travolgendo il mio rottame
naufrago, umanità, che hai sete e fame
72di cuori, a pasto del tuo cuor titanico!...


Forse la triste femmina in gramaglie
pesanti, la reclusa che mi mugola
dentro, con tal convulso arrancar d’ugola
76che par l’anima schizzi fra tanaglie,


tacerà. — Sarò un’altra. Sarò quella
che dona. Sarò l’ombra della vita.
Coglierò fiori con le bianche dita
80per alcun che dirà: — Grazie, sorella.... —


E udrò l’onda del sangue gorgogliare
non solo in me, ma in ogni calda polla
della terra; e fluir, placida, colla
84calma d’un fiume che discende al mare.