Confessa che la tua ribellïone
non è che l’urlo della creatura
debole, che mancò la sua ventura 12por non aver trovato il suo padrone.
Confessa che tu vai con fiammeggiante
torcia sanguigna contro leggi ed uomini,
solo perchè la forza che ti domini 16tutta, ancor non t’assalse il cor tremante.
Ed altro tu non sei che una fanciulla
fragile, torturata dall’angoscia
d’essere sola, e che talor s’accoscia 20rabbrividendo di tutto e di nulla:
e — se il dirlo t’è colpo di staffile
bene assestato alla superbia prava,
che importa?... — non saresti che una schiava 24d’amor, contenta del suo posto vile,