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192 | compagni di strada |
E vidi, in lari che si chiaman sacri,
la quiete non già, ma il dramma oscuro
dell’odio sibilar fra letto e muro,
12e pianger figli a quegli spasimi acri.
Tra porta e porta ascoltai scoppi secchi
di voce, come palle di pistola
dritte al segno del cuore o della gola,
16o aguzze pietre a fionda contro specchi:
parole unghiute, uguali a uncin che artiglia,
singhiozzi, uguali a strider di catene
scosse — e in vano implorai su quelle pene
20esasperate un pio chiuder di ciglia.