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184 compagni di strada



E il popolo in cravatta rossa: — A quando,
profeta, il paradiso che hai promesso
alla nostra miseria?... — E a me dappresso
12corre per gioco, urlando, fischiettando.


Io guardo, fisso innanzi a me, fantasmi
che sola io vedo. — E affronto il mio supplizio.
L’amor che mi guidò, fatto cilizio,
16mi si tramuta in voluttà di spasmi.


Camminare su filo di coltello,
bersaglio a crudeltà di bocche triste,
anche se il fragil corpo non resiste
20bello è, se il sogno che tu insegui è bello.


Ma troppo ormai la sozza umana rete
sul mio respiro le sue maglie serra.
— Fuori il tuo cielo, figlia della terra,
24se lo possiedi!... — Io sono stanca. Ho sete.