Uomini adusti dall’odor ferino
mi soffiaron sul volto, avidi, folli,
il desiderio a vampe. Ed io non volli; 40ma commisi a me stessa il mio destino.
Non io, non io de’ lor traffici oscuri
viver soffersi, leggiadretta serva,
con basse ciglia ed anima proterva 44filando il lino entro i lor vecchi muri:
non io le grigie e tortuose scale
di lor case salìi, dove s’affloscia
gioventù, senza gaudio e senza angoscia, 48su spessa coltre e torpido guanciale.
Io voglio te, che armi la tua sorte
per guerra, e il sole di sfidar sei degno:
voglio te, per seguirti all’alto segno, 52o, se tu cada, ne la bella morte.