Pagina:Esilio - Ada Negri, 1914.djvu/165


La falce 155



Nè donde venga il rutilante abbaglio
saprem, se dal meriggio ardente in gloria,
o dalle messi offerte alla vittoria
28nostra, e piombanti a fascio al secco taglio.


E ogni figlio dell’uomo i suoi mannelli
— cantando in libertà lungo le strade
candide fra il corrusco delle biade —
32in alto reggerà come flabelli.


E quando il sol s’avvolgerà di veli
insanguinati per la dïuturna
morte divina, noi con taciturna
36bocca la pace implorerem dai cieli:


noi, militi e custodi del tesoro
di tutti, accesi nel tramonto gli occhi
e gli spiriti in Dio, curvi a ginocchi,
40solleveremo a Lui le falci d’oro.