E riconobbe il canto di Fiorella,
che fu tant’anni in carcere. Serena
e fioca, — “Ave, — diceva — o Gratia Plena, 48che poggi il piè sulla più alta stella.„
Il bimbo delle sue carni corrose
dal vizio altrui, così, sur un saccone,
cullava; e la materna passïone 52trasfigurava le parole in rose.
L’ascoltavano gli usci acchiavacciati,
le cieche imposte, il lastrico. E il fanale
fiamma divenne, accesa a un immortale 56altar, ritto fra l’ombre dei peccati.
Tacque la voce e ritornò il mattino,
tutto bianco di neve ancor del cielo,
ancora intatta. Ed il fanal fu stelo 60di giglio in un albór quasi divino.