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134 compagni di strada



Io, randagia indomabile, che il giogo
degli uomini gettai, che ne respinsi
la legge, e dell’orgoglio mio mi cinsi
64come Brunhilde del divino rogo,


io sol padrona a me, solo a me schiava,
non ti condanno, nè ti assolvo. Penso
che soffri. E accolgo il tuo soffrire immenso
68in me, qual getto di bollente lava:


di me lo impronto, in me il trasmuto, al cuore
tuo lo ridono in pura insonne fiamma
converso. Or parti, col tuo chiuso dramma
72assunto a luce — e ti conduca amore. —