Dio mio che sete!... Asciugheresti i fiumi.
Ma non v’è nube in ciel, ma non v’è filo
d’acqua fra pietre. Avessi tu uno stilo 12per ferirti, e succhiare il sangue a grumi!...
Dio mio che angoscia!... E niuno, e niuno accanto,
che ti dica: — Coraggio!... — che la strada
ti accenni, che ti mormori: — No, bada, 16caschi!... — Se hai sete, ingoialo, il tuo pianto.
E sien per te le assaporate lacrime
amara voluttà di beveraggio
nuovo, che nuovo renda il tuo coraggio, 20esasperando i sensi aridi ed acri.
Se ancor parla viltà, con mani a morsa
strozzala, e getta il cencio dietro un folto
di rovi. — Fin che avrai te stessa, molto 24avrai: tutto. — E prosegui la tua corsa.