Pagina:Errori e rimedi nell'Italia meridionale.djvu/20


21

vite, se ne avesse, darebbe pel suo amato Re Vittorio Emanuele; è un uomo per cui la patria ed il suo Re forma il suo culto.

È certo grave il passo; ma il Governo pria d’ogn’altro dev’esser grato a chi l ha servito e lo serve fedelmente. È questo il primo segreto per ben governare ed esser ben servito.

Se qualcuno bisbiglia: ma può egli cacciarsi in istrada tante famiglie? Io risponderò a questi: che dalla strada alla Reggia vi sono molti stadii; ma in ogni caso quale giustizia vuole che, piuttosto che mettere in strada il carnefice, vi resti la vittima? Piuttosto che il nemico vi resti l’amico o l’indifferente?

Anche nel 1821, col ritorno del governo del Borbone in Napoli, si presero delle misure per riordinare a suo modo il sistema amministrativo del Regno, che gli diedero un buon risultato. Perchè non imitare la parte buona del sistema che si tenne allora per riformare l’attuale amministrazione Civile e Giudiziaria, che sono la base dell’edifizio sociale?

Quindi, riepilogando tutti i principali passi falsi che meritano emenda, e che per conseguenza han tratto tante altre erronee disposizioni governative, che hanno aumentato il malcontento, abbattuto i liberali, da cui solo il Governo deve sperare sostegno, ed hanno imbaldanzito i retrogradi e gl’imbecilli, passerò a suggerirne i rimedi.