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Articolo 2°


Durante la campagna sostenuta dal prode Generale Garibaldi, fu giocoforza prendere dei provvedimenti che in altre circostanze sarebbero stati erronei. La poca forza di cui potea disporre, gli ostacoli innumerevoli a surmontare, e mille incalcolabili altri incidenti l’obbligarono a mettere in libertà una quantità di truppe al servizio borbonico, che forse non avrebbero deposte le armi senza cotesta condizione. Nei primi momenti d’una guerra come quella, era permesso supporre che un atto apparentemente generoso, quantunque indispensabile, potesse ritornare ad utile della causa italiana. Ma disgraziatamente ben presto si ebbero disinganni.

Quelle torme, sbandate per tutto il Regno, non tardarono a mostrarsi nelle file dei briganti, che, sotto il pretesto di un principio politico opposto al principio nazionale, infestavano le provincie degli Abruzzi, saccheggiando ed apportando la morte e l’incendio in quei paesi inermi, ove piombavano come cannibali sui propri fratelli.

Vari ed energici sforzi furono fatti dalle Guardie Nazionali di quelle provincie per reprimere un tale flagello, e vari rapporti furono spediti al Governo, prevenendolo che ciò che si chiamava reazione era sostenuto e