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quei che avessero idea di ritornarvi. Tale fu la pena che patirono gli uccisori di Pertinace.
Fatto ch’ebbe questo Severo, se ne venne coll’esercito tutto in armi verso Roma, ove i romani si stavano attoniti e pieni di paura, riguardando seco stessi il grande ardire e fortuna di lui. Il senato ed il popolo lo ricevettero coronati tutti di corone di alloro, siccome quello che tra’ guerrieri ed imperadori fu il primo che compì tanta impresa senza sangue e senza il menomo scalpore. Erano in quest’uomo virtù maravigliose, e sopra tutto grande acume d’ingegno, tolleranza nelle fatiche, e confidenza somma di porre coll’audacia in effetto ogn’impresa. Poiché fu con liete evviva ricevuto dal popolo, ed ebbe accolto l’universal senato che venne a fargli riverenza in sulle porte della città, se ne andette a visitare il tempio di Giove, e fattovi il sagrifizio, passò similmente a visitare secondo l’usanza gli altri tempj, e quindi si ridusse a palazzo. Il giorno appresso si condusse in senato, e colla massima dolcezza fece un discorso lusinghiero, e di ottime speranze condito, tutti insieme e privatamente ciascheduno carezzando, e dicendo loro esser venuto in Roma per trar vendetta dell’assassinio di Pertinace, e per porre nelle mani loro le redini del governo: che nessuno a suo tempo perderebbe nè beni,