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d’Illiria, e poco si fidava del popolo, cui si vedeva essere in odio, nè molta speranza faceva de’ soldati, che gli era in cuore avere ingannati. Radunato dunque da ogni parte un gran numero di denari, o de’ suoi o degli amici, e di quei eziandìo che potè rapire a’ templi ed agli altri pubblici luoghi, fece pensiere di spartirgli a’ soldati per riconciliarsi la loro benevolenza. Costoro però, sebbene di molti doni presentati, non gliene avevano la menoma obbligazione, avendo in animo che questi si dessero in adempimento de’ debiti seco loro contratti, e non mai a titolo di donativo. Del resto confortato Giuliano dagli amici a uscir fuori coll’esercito, ed occupnre le gole delle alpi, non ebbe ardire di lasciare la città. Sono le alpi altissimi monti, e in Italia di ogni altro monte maggiori, elevanlisi su di lei, e circondatila in guisa di muri, come se la natura abbia voluto alle altre felicità di questo paese aggiugnerle eziandio questo schermo che dal mare di settentrione sporge fino a quello di oriente. Rimaso dunque in città faceva pregare i soldati di armarsi, di fare gli esercizj, di scavare fosse intorno ai muri, e quivi ogni ordine ed apparato di guerra restrignea. Intendeva poi ad assuefare quegli elefanti ch’ erano da pompa e da spettacolo a soffrirsi uomini sul dorso, datosi a credere che i soldati e cavalli d’Il-