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ro, che credendosi chiamato dagli stessi Dii all’imperio, deliberò di tentare l’animo de’ soldati. E primieramente ingegnandosi di tirare a se i generali, i colonnelli, ed i principali soldati, intromettea discorsi dell’imperio romano, ed esagerava la viltà in che era caduto, non ci essendo persona che dignitosamente e con valore lo governasse. Scagliandosi poi contro i reggimenti della guardia, affermava esser duopo vendicare il militare giuramento da costoro macchiato di civil sangue e imperiale, e punirgli dell’assassinio di Pertinace. Conosceva egli, che la memoria di lui era per anche in grandissima venerazione presso l’esercito d’Illiria, per aver Pertinace riportate con esso, imperante Marco, molte vittorie contro i tedeschi, e date loro prove grandi di virtù militari nella sua prefettura d’Illiria, e a’ popoli di benignità e di modestia nel reggimento civile. Per la qual cosa, adorando essi la memoria di questo principe, gl’inferociva il pensiero della crudeltà usata contro di lui.
Severo dunque co’ suoi non si lasciava scappar di mano l’occasione di tirarli alle sue voglie, fingendo di non esser mosso dall’imperio, o dall’ambizione di esser primo, ma da desiderio di vendicare l’assassinio di quel gran principe. Non sono quella gente da tanto di po-