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istoria libro ii. | 79 |
non meno che noi, messi a parte. Nè ci muove cupidigia di cose menome e vane; egli è lo stesso popolo romano, cui gl’iddìi tribuirono la somma potestà e l’imperio di lui, vacillante ancora e senza legittimo possessore. I quali premj non sono forse grandissimi? E la vostra deliberazione pub ella riputarsi pericolosa, quando in tal guisa chiamati e ninno resistente ci muoviamo? Imperocché quei che vengon di colà tutti affermano, che non men degli altri è abborrito Giuliano dagli stessi soldati, da’ quali ha egli comprato l’imperio , per non aver essi visto ancora che adempiuto abbia alle pattuite promesse. Ma egli è duopo che voi mi diate a conoscere il vostro parere. Mentre così parlava, in un tratto l’esercito e la moltitudine ch’era ivi presente, lo salutano imperadore ed augusto. Ed abbigliatolo di porpora e di tutte quelle imperiali divise che per allora si ebbero, col fuoco innanzi lo accompagnarono prima a’ templi di Antiochia, e di poi al suo palazzo, che, da privato divenuto imperiale, stato era da loro come tale insignito.
Negro fu preso sì forte dal piacere di tal cose, vedendo e i romani ed ogni altro tutti amore per lui, che parevagli avere in pugno l’imperio. E la fama di lui essendosi anche più divulgata, tutte le nazioni che abitano dirimpet-