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re non sia seme che vi frutti infamia e mina. E quale ingiuria vi ho fatta io? Se vi duole la morte di Comodo, non fu certo cosa nuova che si morisse chi nato era uomo. Ma se vi deste a credere ch’egli sia stato ucciso con frode, qual colpa ne ho io? Il quale sapete essere scevro dall’ombra fin del sospetto. Voi foste i primi a conoscere le cose allora operate, e se vi ebbero dubbj, caddero su tutt’altri, che sulla mia persona. Ora Comodo è morto, e noi saprem ben soddisfare gli onesti e dignitosi vostri desiderj, opponendoci però sempre a’ violenti e rapaci. A questo discorso parve che alcuni di loro si commovessero, e non pochi già cominciavano a ritirarsi, facendogli riverenti la santità e la vecchiezza del principe, quando gli altri scagliatigli addosso l’uccidono. E commessa questa scelleragine, per sottrarsi al popolo che avrebbe fatta terribil vendetta della lor fellonia, deliberarono di ricoverarsi nel campo, ove si trincieran di mura, ed empion d’armati le torri per impedire ogni accesso. Tal fine ebbe Pertinace, uomo, come sopra dicemmo, di vita e di costumi lodevolissimi.

Poiché uscì voce tra il popolo dell’uccisione di lui, si riempie tosto la città di tumulto e di pianto. Corron tutti come pazzi, nè san dove, smaniosi di avere in mani gli assassini che