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istoria libro ii. | 61 |
Fu risoluto di andar prima all’esercito, e tentare l’animo de’ soldati, i quali Leto promettea di trar facilmente al suo parere per l’autorità sua di prefetto. Quanti dunque eran quivi s’incamminano all'esercito , essendo già passata gran parte della notte, e appressandosi le calende di gennajo. Oltre a ciò mandan gente fidata a sparger voce che Comodo più non vivea, e che Pertinace futuro imperadore si avviava all’esercito.
Divulgala tal cosa , di subito tutto il popolo fuori di se discorre a modo di pazzo le strade, e con festeggiar compagnevole ne van notiziando gli amici, quegli in ispezie ch’erano ancora in possesso di dignità o di ricchezze, come estremamente pericolanti vivente Comodo. Corron dunque a’ templi ed agli altari per ringraziare gl’Iddìi, facendo risuonare l’aria di voci alte e diverse. Chi dicea essere spento il tiranno, chi il gladiatore, chi di nomi eziandìo più vili e vituperosi avvili vaio. E quelle cose che dinanzi eran per timore taciute, venivano ora arditamente discorse. La maggior parte però del popolo corre precipitosamente all’esercito, mossi da timore che non accetti di buona voglia Pertinace, avvisando che un buon principe non potea essere a genio di coloro che sotto il tiranno usi erano ad ogni rapina e violenza. Ven-