a riposare. Eletto e Marzia dan ordine che ciascuno si ritiri in sua casa, affine di non destar Comodo che diceano aver necessità somma di dormire. Nessuno ne insospettì per usarsi ciò fare ogniqualvolta veniva egli sopraffatto dall’ubriachezza, come pure per sapersi che i bagni e i bagordi gli toglieano di determinare tempo al riposo, e che per l’intemperanza e il variar continuo de’ piaceri, era avvinto in continua e compassionevole servitù. Avendo dunque alquanto riposato, e già serpendogli il veleno entro lo stomaco ed il ventre, soprappreso da un giramento di capo cominciò a vomitare di gran forza, e ributtar fuori la bevanda, per effetto prodotto o dal soverchio cibo, o dal bere copioso, o pure da que’ contraveleni che usano i principi avanti di cibarsi. Tanto vomitare fece temere a Marzia e ad Eletto, che rimandato fuori tutto il veleno, ripigliasse nuovamente le forze, e gli facesse tutti ammazzare. E perciò, a forza di denaro, inducono un certo Narciso, giovane destro ed audace, a strangolarlo nel proprio letto. Questi, scagliatosi sopra di lui langueggiante di veleno e di crapula, gli si avventa al collo e lo strozza. Tal fine ebbe Comodo, avendo regnato dopo la morte del padre anni tredici: principe che avanzò di nobiltà quanti lo aveano preceduto imperadori, uomo bellissimo sopra tutti