che denudati di ogni altra veste si abbelliscono di ori e di gemme, e si tengono a solazzo della romana effeminatezza: e Comodo era preso si forte dall’amore della sna bella persona, che spesse volte il volea seco nel lettoe perciò, aveva il nome di filocomodo, vale a dire, l’amore di Comodo. Questo fanciullo dunque (essendo Comodo a’ soliti bagni e bagordi) scherzando come spesso solea, entrò nella camera di lui, e preso in mani per ispassarsi quel libriccino, uscì fuori di quella. E, come volle la fortuna, si abbattè in Marzia, la quale, amandolo anch’essa di molto amore, il prese in collo, e datigli di molti baci, gli tolse di mano il libriccino, temendo che fosse di qualche importanza, e che il fanciullo per puerile semplicità non lo guastasse. Dipoi, ravvisando essere scritto di pugno di Comodo, le venne curiosità di leggerlo; ed avendovi ritrovato la sua condanna di morte, e insieme quella di Leto e di Eletto, e di molti altri, sospirando così disse: Rendi tu, o Comodo, questo bel merito a tanta benevolenza, a tanto amore? Compensi tu in tal guisa la benignità, colla quale ho per tanti anni tollerato i tuoi scherni, e le tue ubbriachezze? Ma nò per Dio! Non prevarrà un giovinastro ubbriaco ad una femmina sobria. E questo detto, manda per Eletto, che vedea sovente come