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istoria libro i. 51


Duopo era però di dar fine a tante pazzie, e liberar la città dalla tirannide. E questo avvenne nell’entrar del nuovo anno, festeggiato da’ romani a Giano antichissimo Dio dell’Italia, ospite, come dicono, eziandìo di Saturno, scacciato da Giove figliuolo suo, e perchè appresso di lui latitò, cioè stette ascoso, quel paese ebbe il nome di Lazio. Onde ancora i romani celebrano i saturnali in onore di Saturno, dipoi il principio dell’anno in onore di Giano. La testa di questo Dio ha due facce, significanti il principio ed il fine dell’anno. In questa festività pertanto, nella quale sogliono i romani onorarsi scambievolmente di saluti amorevoli, di ricchi presenti, e i primi loro magistrati si abbigliano de’ loro magistrali ruboni di porpora, pensò Comodo di uscire in publico, non come usava da palazzo, ma dalla scuola gladiatoria, ed in iscambio del vestir nobilissimo di porpora imperiale, indossare le armi, e procedere in mezzo al popolo di Roma scortato dalla marmaglia de’ gladiatori. Tenuto dunque discorso di questa sua deliberazione con Marzia, una delle concubine cui deferiva moltissimo e tenea in conto di moglie, onorandola, eccetto il fuoco, di tutti gli onori di Augusta; questa donna, alla quale le sue parole parvero ebbre, si gitta tosto a’ suoi piedi, e con molte lagrime lo scongiura umilis-