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po la morte di lui, ed iu iscambio vi fu situata quella della Libertà.

Comodo dunque, non potendo più raffrenarsi, promise di dare spettacoli al popolo, ne’ quali ucciderebbe di sua mano ogni fiera, e combatterebbe ogni più fortissimo campione. Quando tal cosa s’intese, i popoli d’Italia e i confinanti piovevano a questo non più veduto nè udito spettacolo. Imperocché asserivano che avesse mano si ferma di non tirar mai a vuoto dardo o saetta, e veramente valea più di quegli scelti arcieri di Partta, e di quei peritissimi lancionieri di Numidia, ch’eran continuamente con lui. Venuto il giorno dello spettacolo, fu per Comodo costrutto un palchetto da potersi tutto a tondo girare, perchè, combattendo le fiere, non rischiasse coll’avvicinarsele, ma di luogo alto e sicuro saettandole, più la perizia del trarre, che la fortezza sua dimostrasse. I cervi adunque, i daini, ed altri animali cornigeri, eccetto i tori, appajando di corso, e, innanzi a se si cacciando, inseguia; e, raggiuntili, con infallibili colpi morti in terra distendea. Ma i leoni, le pantere, ed altri nobilissimi animali, slanciandosi esso di ogni lato sopra loro, trafiggea di dardi con tale arte, che nessuno vide più di un colpo o ferita se non mortale. Perchè, come la fiera infieriva scagliandosi, piagavala o in fronte,