tendo a resistere, si volse a fuggire. Molti, fuggendo, rovesciavano percossi da quella tempesta di sassi, molti altri erano scavalcati da’ cavalli, che in quelle strade sassicose non potendo appuntare i piedi, davano stramazzate e sdrucciolavano. Intanto la fanteria ch’era di guarnigione nella città si unisce al popolo, e dà anch’essa addosso a’cavalieri, che aveva in odio grandissimo. Inferociva la guerra civile, nè vi era persona che ardisse recarne l’avviso a Comodo per timor di Cleandro; finché Fadilla sua sorella maggiore, e come tale facilmente intromessa, corre a lui discinta tutta e scapigliata, e girandosi angosciosamente a’ suoi piedi: Tu, o principe, disse, ti stai solazzando, ed essendo all’oscuro di quel che si va facendo, non ti guardi dall’imminente tua ruina. Noi sangue tuo siamo sull’orlo del precipizio; ito è il popolo, iti sono i soldati; e quello che non osarebbero i barbari, osato è da que’ tuoi domestici, che più ti dovrebbero esser devoti, più ti sono nemici. Cleandro ha contro te armato e popolo e soldati. Amato dagli uni, abbonito dagli altri, ha dato moto a una guerra, che la città tutta di civil sangue riempie. E rovescierà sopra noi la comune calamità, se tu sarai lento a punire lo scelleratissimo servo, che per l’effetto de’ suoi malvagi pensieri è