ardire cosa alcuna contro il suo principe. Non andò guari però che incorse in un altro pericolo. Eravi un soldato di nome Materno, uomo avvezzo a delitti e audacissimo. Costui disertando improvvisamente dagli accampamenti, e tratti a se parecchi altri soldati, radunò in breve una numerosa mano di gente perduta, e a prima giunta si dette a saccheggiare terre e castelli. Quindi, arricchitosi di molto denaro, ingrossò anche più la sua schiera, e largheggiando di doni, e ingolosendo col ripartire giustamente il bottino, aggiugne a darsi tuono di comandare, non una banda di ladri, ma un esercito di nemici. S’impadronì di grandi città, e, spezzate per forza le prigioni, scatenavane i detenuti, e coll’impunità e co’ benefizj gli riuniva alle sue insegne. Ponea pertanto sossopra e Francia e Spagna, ed ogni città, di cui colle armi si rendea padrone, a ferro e fuoco mandava. Mossero questi avvisi Comodo a scrivere lettere minacciose e fulminatrici a’ governatori, tacciandoli di dappocaggine, e ordinando loro di far marciare senza indugio le truppe. Risaputosi ciò da quei briganti, gli strinse necessità di consiglio ad abbandonare quei paesi, e sbandati traghettare occultamente per tragetli brevi e inusitati in Italia, ove giunti, pose loro in vista Materno più magnanime imprese.