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dell’intero senato. Fra i senatori che Quadrato tirò alla congiura, ne scelse uno che avea nome Quinziano, giovine pronto ed audace: e l’indusse a celarsi in seno un pugnale, e, preso il tempo ed il luogo, a scagliarsi improvvisamente su Comodo ed ammazzarlo, dicendo, ch’egli provvederebbe al resto co’denari.

Impostatosi costui sull’ingresso dell’anfiteatro (ove sperava tenersi celato nell’oscurità) snuda lutto ad un tratto il pugnale, e grida ad alta voce: Questo ti manda il senato. Mentre dice tali parole e brandisce con ostentazione quell’arme, vien preso da’ soldati, ed è punito della pazzia di far manifesto quello che duopo era di porre in esecuzione. Questa dunque fu la prima e principalissima cagione che attirò contro il senato l’odio del giovine imperadore; poiché si fattamente le parole espresse colpirono l’animo di lui, che tenea tutti i senatori in conto di nemici, e continua gli suonava nella mente la voce di colui che gli si era avventato. Nè Perennio si lasciò sfuggire l’incontro di persuaderlo a far man bassa de’ principali, nè permettere che vi fosse chi primeggiasse. Così egli potendo distendere le sue mani sopra i loro beni, intendea a dar pasto alla bramosa sua fame di arricchire, come arricchì sopra quanti vi erano nella sua ètà di più ricchi.