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si sapendo che rispondere, mostrò d’avere in considerazione i detti del vecchio, e sciolse il congresso, dicendo che ci avrebbe più maturamente pensato. Ma vieppiù insistendo i suoi cortigiani, si astenne di farne ulterior parola agli amici; e premessone a Roma l’avviso, e preposto chi gli parve alla difesa delle ripe del Danubio contro gli assalti de’ barbari, intimò la partenza. Quei che vi furono preposti, disimpegna ronsi col soggiogare in breve spazio di tempo molti di quei barbari, e col farsi amici i rimanenti a prezzo di ricchi donativi. Ned ebbero a durarvi fatica, essendo i barbari per natura ingordissimi di denaro, e sprezzatori de’ pericoli in modo, che vivon di saccheggi e di scorrerie, e non dan pace che a suon di moneta. E Comodo che il sapea, ed era ricchissimo, se la comperava, non si rifiutando di dar pasto a quella loro insaziabile avidità. Essendosi sparsa per gli accampamenti la voce dell’imminente partenza, incominciò l’esercito a romoreggiare con gran movimento, entrando in tutti la smania di tornarsene a godere le delizie di Roma, e partirsi da quella terra inimica.

In Roma poi, divulgata che fu la nuova del suo ritorno, ne festeggiò, non si può dir quanto, la plebe; concependo ciascuno le più belle speranze dell’aver seco un giovane imperadore,