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istoria libro i. | 25 |
nobilissimo testimonio. Le imprese dunque che insino a questo giorno avete voi fatte con tanta fortezza e felicità, proprie sono dì quella savissima sua mente reggitrice. Vostre proprie però fieno quelle, che sotto la condotta di un giovanetto imperadore, qual mi son io, compirete. Il valor vostro pertanto renda autorevole la mia giovinezza, ed i barbari, fin da principj di questo mio regno sgomentati, non ardiscano farsi beffe della mia età, e, corretti da proprj pericoli, si e no raffrenati da un eterno timore. Quando egli ebbe così compiuto il suo dire, largheggiò di denaro per cattivarsi l’animo de’ soldati, e si ritrasse all’imperiale sua residenza.
Per qualche tempo dettero sesto agli affari gli amici del padre, i quali gli eran sempre dintorno, consigliandolo con senno e prudenza, e non concedendo a’ suoi solazzi, che il tempo necessario alla salute del corpo. Insensibilmente però gli si posero innanzi alcuni cortigiani, che con ogni lusinga procuravano di guastarlo e corromperlo. I parasiti, non veggenti felicità che nella sodisfazione del ventre e ne’ lascivi piaceri, gli poneano sott’occhi le delizie della città; ora rammentandogli quante belle cose vi erano degne d’esser vedute ed udite, ed ora levando alle stelle l’abbondanza in che abbonda