no, si parendo Balbino in diritto di primeggiare, come più nobile e insignito di due consolati, e non gli si menomando Massimo che si paoneggiava dell’essere stato prefetto, e della riputazione sua di abilissimo nel maneggio delle pubbliche incombenze. L’esser poi ambedue patrizj e nobilissimi facea sì che ciascheduno di loro si giudicasse più degno dell’imperio. Questa loro discordia gli trascinò al precipizio. Imperocché Massimo, sentito ch’ebbe essere venuti i pretoriani per porlo a morte, volea che senza perdita di tempo si chiamassero in soccorso que’ tedeschi ch’erano in città, ed in istato di fronteggiargli; ma Balbino, conoscendo quanto costoro erano sviscerati di Massimo, temette non se gli tendessero insidie, e ci si oppose dicendo che sotto pretesto di dare addosso a’ ribelli si avea in mira di spogliarlo dell’imperio. Or mentre stanno essi altercando, eccoti i soldati che fracassate le porte e dileguati i portieri e le guardie, si spingon là dentro, e poste le mani addosso a’ due vecchi, straccian loro le vesti di camera che gli coprivano, e così nudi gli traggoii fuori di palazzo: e vituperandogli con ogni spezie di villanìe, e dileggiandogli d’imperatori senatorii, e strappando loro la barba e le sopracciglia, e ogni altri suoi membri straziando, per mezzo la città gli trascinano in campo, risoluti di non fi-