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istoria libro vii. 249


da’ sassi e da’ bastoni, alla fine, non saprei dire da chi consigliati, in questo modo fecero il popolo contento e gabbato. Eravi un fanciullo di tenerissima età, nato di una figliuola di Gordiano, e del medesimo nome del nonno. Furono spediti alcuni con ordine di prenderlo, e questi, trovatolo a giuocare, se lo presero in braccio, e passando in mezzo al popolo lo mostravano a tutti come un nipotino di Gordiano, e spesso a nome il chiamavano, e così salirono al Campidoglio, in mezzo agli evviva del popolo, che a piene mani lo infiorava di fiori. Avendolo dunque il senato dichiarato Cesare, si calmò il furore del popolo, e perchè non era in età da reggere la repubblica, si permise a’ vecchj imperadori di passare a palazzo.

Ma Roma in questi stessi giorni dovette soggiacere a una gran disgrazia , ch’ebbe origine dalla pazza temerità di due senatori. Imperocché essendosi il senato adunato per disbrigare le pubbliche incombenze, due soldati di Massimino inviati da lui a’quartieri di Roma per essere in età di avere il ben servito, si accostarono alle porte della sala , per esplorare di che si trattasse. Essendo essi senz’armi, ed avendo solo la militare divisa, si frammischiarono all’altra turba: e mentre questa si stava attendendo sul vestibolo, essi due, o tre al sommo, come più cu-