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era stato due volte console, ed avea governato molte provincie, senza che si fosse mossa contro di lui la menoma querela: passava però per uomo di vita un po rilasciata. Così eletti furono principi e nominati augusti, e per decreto del senato onorati di tutte le imperiali onorificenze.

Mentre queste cose si trattano in Campidoglio, il popolo romano (non si sa se per suggestione degli amici e parenti di Gordiano, o dall’essersi divulgato quanto si maneggiava) si spigne in folla alle porte, ed occupando tutta la strada che sale in Campidoglio, con sassi e bastoni apertamente si opponeano alla deliberazione del senato, e soprattutto rifiutavano Massimo, come uomo insopportabile e di troppa severità. Tali grida usciano fuori da taluni facinorosi, i quali, avendo sperimentato quanto fosse da temersi la sua vigilanza e giustizia, se ne teneano offesi, e presi medesimamente da paura, schiamazzavano e minacciavano di ammazzargli tutti e due, e voleano in luogo loro eleggere imperadore un principe della prosapia di Gordiano, e che la imperiale dignità in quell’uomo e in quella famiglia rimanesse. Balbino e Massimo, circondati da tutti i giovani cavalieri e dalle guardie nazionali feoero forza di farsi largo colle spade, e uscire dal Campidoglio, ma respinti indietro