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istoria libro vii. 237


lettere compiegate entro due tavolette, tali e quali a quelle che si usano da’ principi nelle cose segrete e d’importanza. Comanda loro d’intromettersi in Roma prima dello spuntare del sole, e portarsi senza perdita di tempo da Vitalliano, che allora appunto lo avrebbero trovato occupato a disbrigare gli affari entro quel gabinetto ov’era solito di star solo e tutto immerso a scrutinare quegli arcani che interessare poteano la salute del principe. Dicessero portare lettere segrete di Massimino, e, dovendo per ordine di lui discorrere di cose che interessano la personale sua sicurezza, esser loro necessario un abboccamento segreto. Ammessi che saranno, riguardino il momento che Vitalliano gitterà gli occhi sopra i suggelli per riconoscergli, e co’ coltelli, che si avranno ascosi sotto le vesti, lo uccidano. I quali disegni sortirono tutti un felicissimo successo. Imperocché andati a lui avanti giorno, in quell’ora appunto ch’era solito di uscire, lo trovarono quasi solo, poiché molti non erano per anche venuti, e molti altri se n’ erano partiti prima che raggiornasse. Trovatolo dunque disoccupato con pochissimi in anticamera ad attendere udienza, gli fecero annunziare quanto sopra dicemmo. Fatti subito entrare, traggono fuori le lettere, e mentr’egli esamina i contrassegni, tirati fuori i coltelli l’ammazzano, e co’