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niamo in tue mani la scelta. Hai dunque duopo, o di porti in istato di preservare tutti noi e te stesso, attenendoti alle nostre ben fondate speranze, ovvero che per queste mani cadi in questo stesso luogo e di presente trafitto. E come potremmo noi temere di non riescine, avendo in mente di spegnere quell’efferato e crudele bestione di Massimino, e aggiugnere a passati tuoi onori quei grandissimi de’ quali ti onorerà il senato e popolo romano, per aver dato morte all’abborrito tiranno? Ma se ostinatamente ricuserai di aderirci, ci è forza di tagliarti a pezzi in questo stesso momento, e poi, se così vuole il destino, noi ancora morire. E sappi che già eseguimmo cosa che ci pone alla disperazione. Abbiamo noi già fatto pagare il fio delle sue crudeltà al feroce ministro del crudelissimo tiranno, e queste mani sono ancora tinte del sangue di lui. E perciò se consenti, e vuoi essere a parte de’ pericoli, ne’ quali ci troviamo, tu ne conseguirai l’imperio: e noi onesteremo quanto abbiamo operato, in modo di ritrarne, in luogo di pena, quel premio che ci siamo meritati. Non avea ancora finito di parlare, quando la turba che da tutta la città si era quivi raccolta, non avendo più pazienza di aspettare, tutta ad una voce saluta Gordiano imperadore. Egli, in vista di ricusa-