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istoria libro vi. 219


sue pidocchierie, e renduto a lutti odioso il figliuolo. Così dicendo chi una cosa chi l’altra stavano immobili e senza pigliare partito. Ma subito che apparve la vista di Massimino che cominciò a esortargli a lasciare al loro destino quella sucida femminuccia e quel fantoccio di bardassa che ancor si facea trascinar da lei co’ lacciuoli, e si aggregassero alle bandiere di un valoroso loro commilitone, il quale era cresciuto tra le armi e la guerra, tutti, niuno eccettuato, si partirono da Alessandro, e salutarono Massimino imperadore.

Alessandro tutto tremante, e più morto che vivo, ritornò nel padiglione, e gittatosi fra le braccia della madre si querelava (a dir di taluni) seco lei, accagionandola di quella morte che di momento in momento attendeva. Massimino, essendo già da tutto l’esercito salutato imperadore ed augusto, commette ad un colonnello e ad alquanti capitani di uccidere Alessandro, la madre, e quanti facessero resistenza. Scagliatisi costoro furiosamente nel padiglione, lui con la madre fanno a pezzi, e quanti trovarono di amici suoi e di personaggi ragguardevoli, eccettuati quelli che si eran posti in salvo colla fuga o col nascondersi. E questi pure non molto dopo caduti nelle mani di Massimino, tutti furono fatti, morire. Questa fine di vita ebbe