in qua, vale a dire quando il potere supremo fu rimesso all’arbitrio di un solo, certamente in quei ducento anni (che tanti se ne numerano fino al regno di Marco) non rinverrà tante diverse successioni d’imperio, e si varj casi ed eventi di guerre e civili e straniere, guerreggiate contro tante nazioni, nè tante città e nostre e barbare espugnate: terremoti, pestilenze, vite di principi e tiranni sì nuove ed inaudite, che nessuno esempio simile, ovvero pochi se ne troveranno; avendo alcuni di loro signoreggiato lungamente, ed altri sì brevissimo tempo, che nel medesimo giorno e presero e perderono lo stato. Ed essendo stata Roma costretta nel volger di anni LX di piegare se stessa a maggior numero di principi, che in sì corto spazio le si convenissero, ne accadde che molle e varie cose, e degne di ammirazione nascessero. I principi di età matura, come quelli che intendenlissimi erano dell’amministrazione, con gran prudenza e se ed i suoi governavano; ma i gióvani, educati mollemente e abbandonali a proprj capricci, machinavano moltissime novità, ed essendo diversi di anni e di sfrenatezze, diversificavano egualmente nelle passioni e negli affetti. I quali avvenimenti abbiam noi preso a narrare, avendo cura di non trasgredire l’ordine ed i tempi de’ principati.