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istoria libro v. 189


celebrare queste nozze divine. Elevò quindi ne’ sobborghi un tempio di gran magnificenza e grandezza, ove ogni capo d’anno sul venir dell’estate vi conducea il suo dio; e, dando corse, commedie, pranzi, e festini, credea di far cosa graziosa a’ romani. Trasportavalo egli stesso sopra un cocchio tutto in oro e preziosissime gemme, tirato da sei giganteschi e candidissimi cavalli, fomiti di finimenti varj e ricchissimi. Non era lecito a persona di montare in sul cocchio, ma tutti erano all’intorno del dio, come se da per solo Io guidasse. Antonino, reggendo i freni de’cavalli, si tenea volto alla immagine di lui, e cogli occhi fissi in lei, guidava il cocchio all’indietro, e così procedea lungo tutta la via. La quale, acciò egli non vi sdrucciolasse o cadesse, facea tutta quanta spargere di quell’arena ch’è color d’oro, con soldati all’intorno schierati, acciò in caso di caduta lo reggessero. Era la via tutta zeppa di popolo, che correa avanti indietro con fiaccole, e spargea fiori e corone. Venivano appresso le immagini di tutti gl’iddii, e le più ricche e superbe suppellettili che insignivano i templi e l’imperiale palazzo: gli faceano similmente corteggio i cavalieri e tutto l’esercito. Condottolo in tal guisa e situatolo nel tempio, gli celebrava: e poi, salendo sopra una grande ed altissima torre a questo fine edificata,