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dell’imperio
DOPO MARCO.
LIB. V.
argomento.
Macrino, dando per lettere conto al senato di tutto ciò che si era passato, e dichiarato imperadore con allegrezza comune: ma, impigritosi nelle mollezze di Antiochia, cadde nell’abbonamento de’ soldati, i quali tumultuando lo tradiscono. Ucciso e in Calcedonia città di Bitinta, dopo essere stato vinto da Antonino, che, sendo sacerdote del Sole, fu portato nel campo: e, passando per figliuolo di Antonino, tu nominato Antonino e salutato imperadore. Costui, preso l’imperio, illaidi se stesso e la religione romana, e, adorando il dio Eliogabalo, faceva le più grandi pazzie, sì in pubblico, che in privato, nelle cose sagre, come nelle profane. Onde, venuto anch’egli in noja a soldati, fu da loro ucciso, e sostituitogli Alessandro già Cesare disegnato, salutarono questo imperadore.
Noi abbiamo narrato nel passato libro come imperasse Antonino, per quali trame fosse assassinato, e chi a lui succedesse. Macrino, subito che venne in Antiochia, scrisse lettere al senato e popolo romano in questi termini: Essendo a tutti manifesto a qual sistema di vita io mi sia, fin da’ miei più verdi anni, attenuto, il mio costume gentile e trattabile, eziandio in quella potestà, che tocca, per così dire, il principato, e alla cui fede gl’imperatori stessi si affidano, io stimo superfluo far uso di