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istoria libro iv. 167


mati di tutte armi, e che si battono con lunghissime aste. Poiché Macrino ne fu avvertito radunò l’esercito, e si dice che così cominciasse: Che voi vi dogliate della morte di tal principe, o, per dirla come sta, del vostro commilitone, non è certo da farsene maraviglia. Gli uomini prudenti però sopportar debbono con moderazione le umane calamitose vicenda. Fissa eternamente rimaner si debbe ne’ cuori nostri la memoria di lui: ed, estendendosi alla posterità, ritrarrà lode sempiterna delle grandi ed egregie sue imprese, e seco loro della benevolenza ed amor vostro, e de’ sudori che insiem con voi ha egli sparsi. Ma ora però, che state sono celebrate con tanto onore le di lui esequie, duopo è porci in guardia contro il pericolo che ci stringe. Avete voi innanzi agli occhi il gran signore, che, traendosi appresso tutto l’oriente, ci è già sopra per ghermirci, mosso, secondo a lui si pare, da giustissima ragione, tenendosi provocato per aver noi rotta in pienissima pace la guerra. Dalla vostra fede dunque dal vostro valore pende la salvezza di tutto l’imperio, perchè non dissentiamo noi con questo barbaro su’ confini, o di qualche fiume, ma andiamo a batterci per lo stato medesimo, venendo egli invaghito di vendicare i parenti suoi ed i figliuoli assassinati da noi (com’esso di-