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istoria libro iii. | 165 |
il quale gli facea tutte le poste, subito che lo vide solo, corse là come se glie ne avesse fatto cenno lo stesso principe per fargli vedere o sentire qualche cosa, e all’indietro e mentre si slacciava gli dà un colpo con un coltello che tenea nascosto e gli passa da parte a parte le giunture, di maniera che, mortalmente feritolo, lo fa cascar morto a’ suoi piedi. Ciò fatto, monta tosto a cavallo e procura di scampar colla fuga la vita. Ma i soldati di cavalleria tedesca ch’erano il cuor di Antonino, e lo servivano di guardie, avvistisi dell’accaduto, inseguirono Marziale, e, lo trafissero a colpi di lancia.
La qual cosa intesa ch’ebbe l’esercito, corse tutto ov’era il cadavere di Antonino, e Macrino soprattutto abbracciandolo e forte piangendo se ne mostrava più che alcun altro dolente. Grave però e molesta molto fu questa morte ai soldati, a’ quali pareva aver perduto un amico, un compagno, e non un imperadore, e non passando loro per mente il menomo sospetto di Macrino, tenean per certo che Marziale avesse voluto dar isfogo a’ suoi rancori, e così se ne tornò ciascuno a’ suoi quartieri. Macrino poi ne fece bruciare il corpicciuolo, e situatene le reliquie in un’urna, le rimise alla madre che si trovava allora in Antiochia. Questa donna fu si vinta dal dolore della perdita de’ figliuoli, che